Wikipedate (Questo blog Parte 2)

 


Riprendo da dove avevo interrotto il post di presentazione di questo blog per dire che su Wikipedate le "pedate" non le voglio dare, né mi voglio lamentare di averle ricevute. Certo, se qualcuno dei miei lettori vorrà lamentarsi delle pedate che ha preso su Wikipedia, si accomodi: questo è il posto giusto per farlo. Come ho già fatto qui, vorrei aprire questo blog a contributi esterni di interesse generale, e che qualcuno sia stato "morso" mentre cercava di contribuire a Wikipedia è un fatto di cui i wikipediani si possono interessare. Ben vengano, quindi, contributi di questo genere.

Ma Wikipedate non vorrebbe occuparsi solo di pedate. Dice il Sabatini Coletti: il suffisso ata, plurale ate, è "morfema molto produttivo, con formazioni anche estemporanee". Le wiki-pedate possono perciò essere calcioni da Wikipedia o a Wikipedia, ma le wikiped-ate possono essere cose da Wikipedia, in senso del tutto generico. Possono essere wikistupidate: problemi che Wikipedia dovrebbe affrontare, errori che i wikipediani fanno in buona fede. Possono essere wikipensate: riflessioni su come migliorare.

Al di là dei giochi di parole, il punto è che questo vuole essere un blog di critica di Wikipedia, certo, ma non un blog da cui si danno calcioni ai wikipediani. La critica dei comportamenti dei wikipediani (come i cassetti di Gac, Kirk che impazza su Orsini, LittleWhites contro Sanremofilo, ecc.) è più utile e convincente se evita di offendere le persone. Non per una questione di educazione e buon gusto, ma sostanziale: Wikipedia non potrebbe esistere senza la contribuzione appassionata di utenti che dedicano il loro tempo libero a bloccare vandali, spiegare ai "niubbi" come funziona il progetto, prendere decisioni difficili in situazioni conflittuali, proteggere e accrescere l'enciclopedia. Anche quando prendono cantonate o si mostrano arroganti e ostili, non bisogna dimenticare il rispetto che è loro dovuto.

Criticare è facile, ma la critica fine a se stessa può essere oziosa e avvilente. Perciò questo blog non vuole essere uno "sfogatoio" in cui lettori ed ex-utenti si lamentano che i wikipediani danno pedate a destra e manca, né è un luogo da cui restituire le pedate. Questo blog non è nato per attaccare i wikipediani, ma per coinvolgerli nella critica di Wikipedia. La critica può essere tanto più informata, precisa ed efficace quanto più è fatta dagli stessi wikipediani. Rispetto ai lettori o agli ex-utenti arrabbiati che dicono "Wikipedia fa schifo!", i wikipediani hanno più conoscenze sul funzionamento di Wikipedia, più interesse a risolvere i problemi e più possibilità pratiche di farlo. 

Mi piacerebbe quindi che questo diventasse un blog letto da wikipediani, su cui i wikipediani commentano e pubblicano. Nei miei sogni di successo più ottimistici vorrei che diventasse qualcosa di analogo al forum di Wikipediocracy, che è frequentato da utenti esperti della Wikipedia inglese, persino amministratori e arbitri di quel progetto. Idealmente mi sarebbe piaciuto creare un forum, non un blog, ma come fai a creare un forum da solo? Perciò ho deciso di partire con un blog, che spero possa un giorno smettere di essere il luogo da cui distribuisco i miei "pensierini" su Wikipedia per diventare qualcosa di più interessante: uno spazio della democrazia in rete, una istituzione del general intellect, un luogo comune dove convergano assieme il caotico caffè parigino dell'illustrazione qui sopra e l'atmosfera compassata e studiosa della sala di lettura tedesca qui sotto. 

Obiettivo troppo ambizioso, si dirà, del tutto velleitario. Giusto, ma almeno la direzione di marcia è chiara: cercare di costruire un ambiente riflessivo e appassionato (e un giorno forse anche plurale ed eterogeneo) in cui i wikipediani possano elaborare e recepire la critica ragionata di Wikipedia. Affinché ciò sia possibile, Wikipedate non deve essere un campo di battaglia contro i wikipediani, o tra wikipediani, ma un luogo di discussione su Wikipedia cui tutti i wikipediani sono invitati a partecipare serenamente. Grazie alla possibilità del "doppio anonimato" – a protezione sia dell'identità personale, sia dello username su Wikipedia – chi interviene su questo blog può farlo senza timore di sanzioni o di scatenare estenuanti flames su Wikipedia. Chi interviene lo fa con la forza degli argomenti, senza che conti il curriculum vitae wikipediano: il numero di edit, le sanzioni ricevute, i diritti speciali di admin, ecc.

In concreto tutto ciò significa, primo, che non cancellerò i commenti di chi dice "Wikipedia fa schifo!". Le mie posizioni dipendono dalla mia esperienza, che su Wikipedia non è stata solo negativa; altre persone con esperienze diverse arriveranno a conclusioni diverse, senza che ciò le renda di per sé irrilevanti. Secondo, significa che pubblicherò volentieri post di wikipediani esperti che presentino punti di vista differenti dai miei: articoli che difendano Wikipedia dalle critiche mie o di altri, e articoli che muovano critiche che non condivido

Dipinto di uomini che leggono il giornale in una stanza di lettura.  "Das Lesekabinett" (La stala di lettura) di Johann Peter Hasenclever, 1843



Commenti

  1. Trovo lodevole l'iniziativa che abbia lo scopo non tanto di aprire un luogo virtuale dove sfogarsi (che ci sta anche; non è possibile sfogarsi direttamente su Wiki, pena il ban...), quanto quello di poter esporre le varie "pedate" che - purtroppo - molti utenti hanno preso in questi anni da parte dei vari Admin e TENTARE di smuovere qualcosa all'interno di Wikipedia Italia.
    E anche io mi auguro che questo blog inizi ad essere frequentato ANCHE dagli utenti e dagli admin di it:wiki.
    Un luogo dove, come tu hai egregiamente espresso, si possa sentirsi liberi di commentare e prendere posizioni - anche dure - senza paura di poter essere bannati.

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  2. itawikinostra14/9/23 19:42

    L'iniziativa è ambiziosa e sommamente encomiabile e ti auguro che sia coronata dal successo.



    Mi pare però che il luogo "letto da wikipediani, su cui i wikipediani commentano e pubblicano" e in cui "tutti i wikipediani sono invitati a partecipare serenamente" in teoria esisterebbe già, oltretutto in forma molteplice e pervasiva: si chiama pagine di discussione. Perdona il mio pessimismo, ma mi chiedo allora come possa l'iniziativa essere definita anche realistica se in tali pagine si assiste alla legge del più forte che impone argomentazioni contraddittorie e/o contorte, cancellazioni immotivate, censure, intimidazioni e blocchi infiniti, come già testimoniato da post precendenti.



    La realtà è che in Wikipedia in italiano si è instaurata una specie di dittatura distopica di una combriccola autoreferenziale che ha completamente perso il buon senso e con modalità che ricordano da vicino altre organizzazioni tristemente famigerate; nessun tentativo in buona fede e argomentato di fare anche solo timidamente breccia in questa degenerazione ha mai dato il benché minimo risultato.
    In altri post precedenti è stata citata Wikimedia Italia: spero mi perdonerai se mi ripeto, ma visto che per statuto tale società si pone come obiettivo primario "la diffusione, il miglioramento e l'avanzamento del sapere e della cultura" nonché "la produzione, raccolta e diffusione gratuita e collaborativa di conoscenza libera", e visto che i soci sono tenuto a "mantenere un comportamento conforme alle finalità dell'associazione", a mio modestissimo parere l'unica speranza sarebbe confidare nel fatto che Wikimedia Italia ottemperasse sul serio alle sue finalità, ad esempio cominciando intanto col bannare i due o tre amministratori più problematici che con il loro comportamento inqualificabile sono diventati arcinemici di questo obiettivo, dando così un segnale forte anche al resto della combriccola.



    Wikimedia Italia è l'unico controllore che potrebbe controllare i controllori; ma se non muove un dito forse è perché anche a loro sta bene così.

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    1. Sono pienamente e totalmente d'accordo con te.
      Dovrebbe essere Wikimedia a muoversi, anche perché è l'unica ad avere potere per farlo.
      Per esperienza personale, Wikimedia se ne lava le mani... ho scritto più e più mail, ma è un muro di gomma.

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    2. itawikinostra15/9/23 13:08

      Per anonimo:

      Se ne lavano le mani a discorsi, salvo poi non esitare ad andare a editare pesantemente essi stessi i contenuti wikipedia più controversi; e non per semplificare e fare da pompieri, ma anzi per alimentare (direi scientemente) le fiamme della controversia.
      La pagina di Orsini ad esempio fu in gran parte farina del sacco di due membri importanti di Wikimedia Italia, uno all'epoca perfino membro del direttivo, peraltro lo stesso che tra gli altri intervenne anche attivamente sulle voci "Strage/Incendio di Odessa" e "Stepan Bandera".

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    3. @itawikinostra sarebbe bello conoscere il vero nome di questi membri, oltre al loro nome utente su wiki

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  3. Ciao Gitz, ecco in sintesi (spero) la mia opinione. Premetto innanzitutto che la tua iniziativa è commendevole, traspare il tuo limpido amore non corrisposto e il desiderio di continuare, nonostante tutto, a essere un wikipediano italiano. E tuttavia, credo fermamente che il progetto non possa essere modificato o migliorato dall’esterno, attraverso un blog o quant’altro, né dall’interno, a cura degli utenti “manodopera”, i produttori che non contano nulla, in quanto non facenti parte della casta degli admin. Il problema sono loro, è inutile girarci intorno. Sono loro, una decina, possiamo fare i nomi; tra essi ci sono i boss, come Gianfranco, Gac, Kirk, Branfab e i loro fedeli scudieri, come Quinlan (alla faccia della neutralità, costui, che bazzica le voci inerenti il conflitto Russia-NATO, aveva sulla sua pagina utente un bel cuoricino giallo-azzurro con dichiarazione d’amore per l’Ucraina, poi tolto a seguito di un Ip, che l’aveva fatto notare e il cui intervento è stato ovviamente cassato) e TrinacrianGolem, per citare due tra i più solerti nella poco igienica professione di lubrificare il didietro dei capibanda, come dimostra la loro fulminea conquista dei tastini, nonostante un curriculum di scrittura pressoché nullo e una contribuzione limitata a quella che ormai è l’unica mansione wikipediana prodiga di soddisfazioni e riconoscimenti: fare rollback. La scrittura delle voci interessa pochi utenti, quasi nessuno prova a migliorare/rimpolpare quelle che ci sono già e versano in condizioni pietose. Che senso ha, in effetti, darsi da fare nell’attività di scrittura quando qualsiasi incursione in altri campi rischia di farti prendere un blocco perché un accenno di critica è, invariabilmente, un “attacco personale”, e la richiesta di ascolto nelle discussioni più accese, basata su solide argomentazione, è, inevitabilmente, vista come “incompatibilità con il progetto”? Tanto vale resettare, annullare, distribuire avvisi e altre simili, piacevoli distrazioni che non stressano e ti fanno sentire un “tutore della legge”, un vigilante e censore, un utile membro della comunità che lotta con chi ha il potere per il potere. Mi accorgo ora che la mia sintesi si è gonfiata e chiedo venia per non aver mantenuto la parola iniziale. Concludo dicendo che l’unico modo per migliorare Wikipedia è entrare nell’enclave del potere, divenire admin. Solo da questa posizione, se intanto l’animo non si è corrotto e il cuore è rimasto puro, si può sperare di incidere in concreto sul progetto. Ne basterebbero anche solo cinque, in una piattaforma dove il “consenso” può essere raggiunto con il diktat di un admin, cui i colleghi tendono ad accodarsi e gli utenti “manodopera” tacciono per varie, comprensibili ragioni, affinché si possa provare a invertire la rotta che vede, al momento, pochi utenti attivi nella scrittura, e le discussioni, deserte. La democrazia, ce lo insegna l’admin innominabile dei Paesi Bassi al servizio dell’Ufficio propaganda della NATO, su Wikipedia è la voce del Padrone e tutti gli altri devono tacere. Meno democrazia e più tolleranza, la cara, vecchia tolleranza d’epoca illuminista, che ci fa accettare l’idea di morire per la difesa delle opinioni altrui, anche se diverse dalla propria, è la ricetta che aprirebbe la via a nuovi utenti, al ritorno di chi è fuggito a gambe levate, e al vero “consenso”, che dovrebbe escludere gli intoccabili admin.

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    1. Io non ho tutta questa capacità dialettica che ha mostrato l'utente prima di me, e mi limito quindi semplicemente a darti ragione.
      Condivido appieno il problema con gli admin, la loro trasformazione in "tutori della legge" - la loro legge, non quella di Wikipedia- per, forse, qualche malcelata frustrazione in altri ambiti, il disinteresse (o, meglio, la paura) degli utenti nel creare nuove pagine per non rischiare di essere bannati.
      I nomi sono quelli, oltre ad altri che si ritrovano spesso nei principali scontri con utenti.
      Aggiungo però che l'idea di poter agire dall'interno la vedo assai complicata, al limite dell'impossibile. Immagino tu sia un Wikipediano e abbia quindi conoscenza delle modalità di elezione degli Admin (io l'ho scoperto solo qualche mese fa, prima non era assolutamente mio interesse...). Beh, considerando queste modalità - ovvero la necessità che un altro Admin ti proponga per la votazione - darei quasi per scontato che nessuno che non sia già allineato al Pensiero Unico che ora permea l'amministrazione di Wiki possa essere eletto.
      In questi ultimi anni (forse un decennio) gli Admin sono riusciti a crearsi una nicchia di potere virtualmente inattaccabile.
      Ed è per questo che io, forse utopicamente dopo aver letto i vostri commenti, pensavo che potesse essere la struttura che gestisce - de facto - Wikipedia, ovvero Wikimedia (anche se loro giurano e spergiurano di no...) a poter ristabilire un po' di "ordine" in questo che ormai è diventato a tutti gli effetti un clan.

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    2. Per Anonimo
      Ovviamente la mia idea implica l'ingresso in Wikipedia con un nuovo profilo e l'abilità di farsi amico il nemico, editando come rollbacker, partecipando alle discussioni con spirito di concordia pro admin, alla loro rielezione, ecc., e magari migliorando di tanto in tanto qualche voce. Ho già detto citando certi utenti che, con pochi accorgimenti e mirata deferenza, si può raggiungere il vertice in tempi - scusate l'iperbole - anche inferiori a quelli che solitamente prendono le infinite, quanto inconcludenti, discussioni. Sono anni ormai che alcuni admin tengono in ostaggio il progetto e cambiare le cose richiede tempo. In fondo è un tentativo che fa del bene a Wiki (dare più lustro a certe voci, monitorare e colpire gli atti vandalici, ecc.) anche se non si dovesse raggiungere lo scopo prefissato. E da parte dell'"agente infiltrato" ci sarebbe meno stress di quando cercava di sfondare muri di gomma a colpi di buon senso, argomentazioni inoppugnabili e fonti attendibili, e un pizzico di divertimento in più. Bisogna agire con intelligenza e pazienza, e ricordare che esistono anche admin ragionevoli cui manca solo un barlume di coraggio in più per fare la differenza. Non lasciamo Wikipedia in mano a un manipolo di admin dittatori!

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    3. (Nota procedurale. Pensate che forse dovrei cambiare i setting del blog per consentire i commenti solo a utenti con un Google account? La ragione è che difficile discutere se tutti i commenti provengono da "Anonimo". Per ora li lascio così, ma vi invito a registrarvi nel blog o a loggarvi con Google, in modo da lasciare uno username per facilitare la discussione). Rispondo al commento "Ciao Gitz, ecco in sintesi (spero) la mia opinione". Anzitutto osservo che sono molto d’accordo con un paio di considerazioni lì formulate e che vorrei venissero prima o poi riprese e sviluppate. E’ vero che ormai l’unica mansione prodiga di riconoscimenti è il rollback. La Wikipedia italiana è in preda a un “cancellazionismo” esasperato, una sorta di cupio dissolvi o di istinto di morte, per cui l’unico luogo in cui la comunità discute sono le procedure di cancellazione e l’unico editing che “paga” è il patrolling e l’apposizione dei template di servizio. Bisognerà parlarne. E sono anche d’accordo che su it.wiki ogni accenno di critica è preso come attacco personale. Mi piacerebbe riuscire a far capire all'esterno il livello di repressione del dissenso e di conformismo coercitivo che la comunità di it.wiki ha deciso di imporre a se stessa. Detto questo, sul “che fare?”, non credo che ci sia una alternativa cambiamento “dall’esterno” vs. “dall’interno”. E’ ovvio che ogni cambiamento possibile proverrà solo dall’interno (perché è difficile che la WMF voglia intervenire o una Request for comment su Meta possa avere successo). Questo blog non può certo cambiare nulla direttamente. Se ci saranno cambiamenti, verranno dai wikipediani attivi sul progetto. Ma perché ci siano cambiamenti è necessario che la gente discuta, che circolino idee e proposte, e questo blog è uno dei luoghi (certo non il più importante) in cui può svolgersi una discussione del genere, che sarebbe interesse di ogni wikipediano alimentare e diffondere: più si parla di Wikipedia, meglio è. Io non credo all’opzione “entrista” suggerita dall’Anonimo: è probabile che quei cinque volenterosi che cercano di entrare nell’enclave del potere diventino come gli altri admin o, se non lo diventano, che non riescano affatto ad essere eletti come admin. Se si arriva alla conclusione che il problema sono le persone, la “casta”, si arriva anche alla conclusione che il problema è insolubile. Ma io credo che il problema non nasca dalle persone ma dalle regole, o meglio dalla mancanza di regole, che impedisce a un gruppo di persone che, nel bene e nel male, sono ciò che sono (e a riguardo si può fare ben poco) di cooperare in modo funzionale. Perché le cose altrove vanno meglio, siamo noi italiani più scemi? Applicare WP:INOLVED e WP:BLP, creare una procedura pubblica di appello contro i blocchi, abrogare quella delirante tabella sulla durata dei blocchi, che secondo me andrebbe consegnata ai musei di storia militare, e soprattutto creare una commissione arbitrale per il deflag e un sistema di RFC per le discussioni sui contenuti delle voci: ecco, anziché avere cinque volenterosi che si impadroniscono del potere arbitrario degli admin (per iniziare a esercitarlo in modo altrettanto arbitrario, temo) sarebbe meglio dissolvere quel potere arbitrario attraverso un insieme di regole come questo, cioè disperdere quel potere diffondendolo tra gli utenti, eliminare la sua natura arbitraria mediante regole ragionevoli ed eque a cui tutti in linea di principio potrebbero acconsentire.

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    4. In attesa di un account google, ti rispondo ancora da anonimo. Noi italiani non siamo "più scemi" degli altri, siamo solo più intolleranti, più genuflessi al potere e apatici. A noi italiani piace il sovranismo a chiacchiere e che, soprattutto, non incida nella sostanza, che ha da rimanere intatta. Così assistiamo allo strano e significativo fenomeno che si traducano (si fa per dire, essendo il traduttore automatico a fare il lavoro di traduzione) infinite pagine dalla Wiki in inglese, si considerano le fonti anglosassoni le super attendibili e neutrali di tutte, ma poi, quando si invitano gli admin a darsi delle regole simili a quelle che moderano la comunità anglosassone, la risposta è che NOI non siamo la Wiki in inglese e che non abbiamo bisogno di un nuovo ordinamento. E allora, come se ne esce? Sarebbe necessaria una rivolta interna, come il ritiro contemporaneo di più utenze con la stessa motivazione, inerente l'incompatibilità con la gestione fascista degli admin, un qualcosa che possa anche essere ripreso dai giornali e pubblicizzato. Ma l'apatia degli utenti è tale che, stando così le cose, si continuerà per ancora molto tempo a seguire l'attuale china discendente e avvilente dei profili più volenterosi e partecipativi, quelli dotati del tanto vituperato "spirito critico" piuttosto che pervasi dal tanto premiato "animo remissivo", con quei pochi utenti che, incapaci di sopportare, alzeranno la voce e saranno bannati per "incompatibilità col progetto". Perciò, scartando la mia idea dell'"agente infiltrato", il quale, non essendo un neo parlamentare corruttibile da privilegi e denaro facile, potrebbe benissimo continuare a conservare gli ideali originari anche dalla posizione di admin, bisognerebbe capire come smuovere dal torpore la massa degli utenti "manodopera", perché facciano sentire la loro voce in difesa della democrazia e della tolleranza, attualmente represse sotto il "tallone di ferro" degli admin della Wiki in italiano.

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    5. (Provo a commentare come "Gitz": in effetti, sono Gitz. Per ottenere questo risultato senza usare indirizzi gmail, la cosa più semplice è selezionare l'opzione di commento come "NOME/URL". Si compila il nome e si lascia l'URL vuoto) Solo due cose. Primo, sono d'accordo con te, avere persone di buon senso che diventano admin sarebbe molto importante. E' anche il mio consiglio "di default" a chiunque me lo chieda: comportati bene, non ti fare bloccare, bacia un po' di pile, diventa un altro tipo di admin, tollerante, democratico, pronto ad aiutare gli altri, non un prevericatore. Secondo, per quanto riguarda la protesta collettiva ("rivolta interna", sciopero delle utenze, coinvolgimento della stampa) la ragione per cui ora sembra impossibile è che questo livello di organizzazione e coordinamento richiede spazi di discussione tra utenze fuori dalla piattaforma. Non sarebbe possibile dare vita ad azioni collettive del genere dentro la piattaforma. Quali potrebbero essere questi spazi? Una mailing list non è utile, perché non attira utenze nuove che condividano la stessa sensibilità ed è facile che si risolva in una violazione delle linee guida (WP:campagna, non un campo di battaglia, danneggiare, ecc.). Quindi un blog è indispensabile: solo su un blog, o meglio ancora su un forum, i wikipediani possono maturare una consapevolezza condivisa dei problemi, elaborare proposte di riforma, intraprendere azioni collettive. Ora, le azioni collettive avrebbero un impatto difficilmente calcolabile su un progetto collaborativo come Wikipedia, ma quantomeno la discussione sui problemi e la riflessione sulle soluzioni possibile devono essere intraprese fuori dalla piattaforma (oltreché dentro, laddove possibile; vedi ad es. la discussione ora in corso al Bar su "Pochi contributi e contributori rispetto ad anni fa?"

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    6. itawikinostra17/9/23 20:37

      @Gitz
      Io temo invece che altre 5, 10 o 20 regole servano a poco: Wikipedia in italiano è degenerata per una sorta di selezione naturale al contrario in un ambiente dispotico, spesso sorprendentemente stupido ed espressamente autoreferenziale, come se invece di essere un limite fosse un vanto: "non ci facciamo condizionare da fuori", una frase che dice tutto dell'impianto psicologico dell'admin medio, frase tanto idiota quanto frequente, come se le pagine di Wikipedia parlassero di Wikipedia e degli Wikipediani e basta e non invece tutto di quello che da millenni e tuttora avviene nel mondo reale "fuori" da Wikipedia.
      Allora mi chiedo: si è mai visto un regime dispotico in mano a stupidi perdere il potere per spontanea ammissione di incapacità o per ulteriori regole introdotte dal regime stesso? Direi di no.
      Quindi la soluzione non potrà che essere un qualche tipo di tavolino rovesciato, a prescindere dall'evolversi delle regole. Come scrivevo in un commento precedente, forse il tavolino rovesciato a fare meno rumore e a dare un bel segno di buona fede sarebbe il ban infinito a uno o due amministratori problematici (Kirk39, ecc.); in fondo basterebbero un paio di virgolettati scelti ad hoc, sono stati bannati utenti normali per infinitamente di meno.

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  4. @Gitz suggerisco di non modificare le impostazioni per chi volesse commentare da Anonimo.
    Piuttosto, spingere affinchè si scelga almeno un nome utente (io ho scelto Alfa...non ho gran fantasia...)

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  5. Molti di it.wiki mi sembrano dei rivoluzionari. A volte fa certamente bene e sono stato il primo a ringraziarli, ma altre sbagliano completamente. Ed il brutto è che ad oggi anche nelle comunità offline vedo delle rivoluzioni tipo quella che si è fatta rendendo più facili i blocchi, che nel lontano 2004 erano stati previsti diversamente (https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Wikipedia:Bar/Archivio8&oldid=122241#Amministratori:_attivato_il_blocco_degli_utenti)

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