Oscar Micheaux, Within Our Gates (1920) |
7. La prima UP
7.1. La PdC sul Lidia Mannuzzu
Nel gennaio del 2018, l'utente Frank (Frank50 s) porta in procedura di cancellazione (PdC) quella voce su Lidia Mannuzzu che nel novembre 2016 era stata occasione del famoso tweet di Camelia. Nella PdC su Lidia Mannuzzu succedono due cose notevoli.
Primo, la discussione, lunga ma civile, mostra una comunità polarizzata sulla questione di WikiDonne. La votazione finale è rivelatrice della composizione dei due schieramenti. Per il mantenimento si esprimono dodici utenze, tra cui almeno tre donne (manca il voto di Camelia che, come vedremo, è già impegnata nella sua UP). Gli utenti di WikiDonne sono due (Kaspo e Geoide), c'è qualche utente di lungo corso (Nemo, Kaspo e Dispe/Avversario) ma per lo più si tratta di utenze giovani e marginali; non c'è nessun admin (Merynancy lo diventerà nel 2020). Per la cancellazione si esprimono diciassette utenze, tra cui, se non sbaglio, solo una donna (Euphydryas). Si tratta prevalentemente di utenti centrali, che comprendono ben dieci admin; i primi a votare per la cancellazione sono Hypergio, Lucas, Ruthven, Bramfab e Kirk. Con questi numeri, la voce si salva, anche se Vito vorrebbe cancellarla d'autorità:
Non capisco perché si voti visto che le motivazioni pro-mantenimento sono totalmente avulse dalla realtà.
Da questa e altre osservazioni mi sembra di poter concludere che nella comunità si è creata una frattura non solo in base al genere, ma anche alla posizione, al prestigio e al potere editoriale: una contrapposizione tra utenti centrali e periferici. Ricordo a questo proposito il suggerimento pieno di buon senso dell'admin Ilario nella discussione sul grant alla WikiDonne Roadmap: per "proteggere la vostra comunità di volontari" e "operare in modo rapido ed efficiente" sarebbe bene avere "qualche admin in più nel progetto".
Il secondo evento della PdC è quando Camelia "pinga" (menziona notificando) un utente del progetto:Biologia, che in una discussione del 2016 aveva espresso un parere positivo sull'enciclopedicità di Lidia Mannuzzu. Gli admin ValterVB e Kirk parlano subito di "campagna elettorale" e Frank apre una segnalazione di utente problematico (UP) che si conclude dopo cinque giorni di discussioni intense con il blocco per tre mesi di Camelia.
7.2. Ruthven: "i tre mesi non sono per CAMPAGNA"
Prima ancora di analizzare la discussione in UP bisogna sgomberare il campo da un equivoco: quel ping di Camelia non è una "campagna elettorale" vietata. Su questo l'UP riesce a fare chiarezza: come previsto espressamente dalla linea guida, l'invito a partecipare a una nuova discussione su un tema già discusso in precedenza è ammesso. Alla discussione del 2016 al progetto:Biologia avevano partecipato due utenti, di cui uno (Ruthven) già presente nella PdC; informare l'altro della PdC in corso era consentito e auspicabile.
Nella UP su Camelia questo punto viene spiegato in modo convincente da Superchilum (qui), Kaspo (qui), Jaqen (qui), oltre che da Camelia (qui); lo stesso Gianfranco riconosce che l'episodio da cui origina l'UP è "abbastanza una corbelleria (mi veniva in mente un termine sessista, ma non si può)". Nessuno li contraddice sul punto, con l'eccezione di Kirk, ValterVB ed Euphydryas, ma il commento di Kirk è
incomprensibile e quelli di ValterVB ed Euphydryas non offrono argomenti (Euphydryas si limita a generalizzare "l'utente tende a
rimanere troppo spesso ancorata al proprio modo di intendere le linee
guida"). Nemmeno la replica
di Ripepette ("quest'ultimo caso è una goccia") può essere considerata come
una confutazione delle osservazioni di Superchilum, Kaspo, Jaqen e
Camelia, che perciò possiamo dare come assodate e pacifiche.
È quindi necessario aver chiaro che il blocco di tre mesi che conclude l'UP non è provocato dall'inesistente violazione di WP:CAMPAGNA nella PdC su Mannuzzu, ma dall'ostilità verso Camelia e WikiDonne subito espressa da Euphydryas, Lucas, Bramfab e Vito, che dopo il blocco di Bologna del novembre 2017 si era scatenata nei commenti feroci di Superspritz, Sannita, Civvì, Phyrexian e altri. Sul punto mi sembra perciò del tutto corretta la sintesi dell'UP fatta da Ruthven un mese dopo la sua conclusione:
Se ti leggi la UP di Camelia, i tre mesi non sono per CAMPAGNA, bensì per un atteggiamento molto più grave [...]. Da quello che ho capito, leggendo con attenzione, la problematicità è riassunta da queste scarne sigle: POV-pushing, CAMPAGNA interna ed esterna a WP, insulti vari, uso di WP per sostenere una propria causa (quello che chiamano ADVOCATE su enwiki).
La sintesi è fedele, ma bisogna sottolineare che gli "insulti vari" di cui parla Ruthven non sono mai avvenuti. Questo posso dirlo con certezza non solo in base alle mie letture delle discussioni dell'epoca (per quanto estese, qualcosa potrebbe essermi sfuggito), ma anche perché in quella lunga UP non viene condiviso un solo diff con qualcosa di interpretabile come attacco personale. Più che di "insulti vari" Ruthven avrebbe dovuto parlare di una nuova e sorprendente "varietà di insulti": insulti percepiti ma non formulati; insulti, forse, solo pensati.
Quanto alla "CAMPAGNA [...] esterna", Ruthven si riferisce al twitter del 2016 e forse anche al post su Facebook dopo il blocco di Bologna. Come già sappiamo, quegli episodi non possono essere interpretati come una campagna elettorale o un'altra violazione del codice di condotta. Si era comunque trattato di episodi isolati: nessun utente nella UP o altrove lamenta altri messaggi del genere nella comunicazione di WikiDonne e Camelia.
Infine le formule "POV-pushing", "CAMPAGNA interna" e "ADVOCATE" si riferiscono tutte allo stesso tema: la politica editoriale di WikiDonne e di Camelia, il modo in cui contribuiscono a Wikipedia, alla riduzione del gender gap e all'espressione di un punto di vista femminista nelle discussioni comunitarie. La percezione diffusa è che WikiDonne funzioni come un gruppo di pressione, una lobby che usa Wikipedia per finalità proprie.
Quest'ultima è la questione fondamentale – anzi, è l'unica questione. Sarebbe infatti un grave errore se l'UP venisse intesa come relativa alla condotta di Camelia, che in generale è buona o eccellente. La sua pretesa incompatibilità con il progetto non dipende da comportamenti sulla piattaforma o sui social network, ma dalla natura di WikiDonne e dei suoi obiettivi: il conflitto è di carattere squisitamente editoriale. Direi che esso attiene alla compatibilità di WikiDonne con la peculiare interpretazione italowikipediana del punto di vista neutrale (WP:NPOV) come "punto di vista di chi non ha punti di vista": anziché essere ancorato alle fonti e al processo dinamico della loro analisi e discussione comunitaria, il punto di vista neutrale tende a essere concepito come imperativo deontologico del wikipediano, essenza immota metastorica e metapolitica cui il wikipediano dovrebbe avvicinarsi abbandonando il mondo, le sue passioni e spesso anche le sue fonti, che sono disprezzate quando sono partigiane e "cronachistiche", prive di respiro culturale. La Wikipedia italiana si concepisce come troppo elevata, colta e pura per essere turbata da inezie alla moda come il gender gap; il punto di vista femminista, rumoroso e sostanzialmente incompreso, non la riguarda.
7.3. Xinstalker: "un invito alla coerenza e al coraggio"
Gli utenti che esprimono in modo più chiaro e coerente questa lettura dell'UP come disputa editoriale invece che comportamentale sono Xinstalker e Ripepette, seppure da prospettive diverse, rispettivamente pro-Camelia e anti-Camelia. Ma il punto emerge da molti interventi nella UP, come i seguenti (elenco non esaustivo):
questa è solo la punta dell'iceberg di un problema che è a monte, nell'approccio stesso al Progetto Wikipedia, visto come uno strumento per portare avanti un suo ben preciso POV. Un esempio tra i tanti: girovagando tra le innumerevoli pagine e sottopagine di progetti e sottoprogetti creati dall'utente, quante volte ci siamo imbattuti nelle parole abbattere o combattere? Combattere gli stereotipi [link alla pagina cancellata Utente:Camelia.boban/Formazione/Presentazioni/100 donne contro gli stereotipi] (Euphydyas)
siamo borderline con il WP:DANNEGGIARE, tutti hanno il proprio POV ma qui dovrebbe prevalere il II pilastro (Kirk)
non si riesce a non scorgere un POV che purtroppo inficia la sua intera attività. Credo sia in quest'ottica che vada vista la segnalazione ed è per questo che a differenza che per altri utenti qui non riesco ad essere tollerante rispetto a comportamenti borderline (Ale Sasso)
Ragionando sull'utenza in generale, visto il suo POV marcato, credo sia poco compatibile con il Progetto (Dome)
Più volte [le] è stato detto come non ci si deve comportare, come evitare di portare il suo POV all'interno di Wikipedia, ma non sembra recepire i consigli (ValterVB)
il POV anche se collegato ad attività magari anche meritorie [...] non ci dovrebbe proprio essere. Voglio dire, tutti noi abbiamo le nostre opinioni e i nostri punti di vista [...], è solo che dobbiamo impegnarci il più possibile affinché tali opinioni non traspaiano nel NS0 e non compromettano la neutralità dell'enciclopedia (Mandaloriam)
Sono abbastanza sconvolto. Lo scopo di Wikipedia non c'entra nulla col sensibilizzare sui pregiudizi di genere, né nostro scopo è combattere la pedofilia o il razzismo, o qualsiasi altro male ci sia al mondo che, come persona, può farmi indignare nel profondo, ma che come wikipediano deve toccarmi il meno possibile (Ripepette)
Wikipedia [per Camelia] è solo un luogo come un altro dove portare avanti una battaglia personale, che purtroppo non è solo colmare il gender gap ma troppo spesso propugnare un femminismo radicale (iniziamo a chiamare le cose con il proprio nome) che, al pari di tutti gli estremismi, Wikipedia non può e non deve accettare (Ombra)
Incidentalmente, l'ultimo commento citato, che invita a "chiamare le cose con il proprio nome", rivela una schietta ignoranza del significato dell'espressione "femminismo radicale", che non vuol dire femminismo estremista. Una caratteristica di molte discussioni su WikiDonne è la diffusa mancanza di conoscenza del pensiero femminista, unita all'incrollabile convinzione di molti utenti di essere femministi e di comprendere il femminismo meglio di Camelia e delle utenti di WikiDonne.
Ad ogni modo, questa sembra la questione fondamentale di politica editoriale: si può editare Wikipedia per far avanzare un obiettivo di carattere politico, sociale o di qualsiasi altra natura, diverso e ulteriore rispetto a quello di costruire una enciclopedia verificabile e neutrale? In termini wikipediani, è la questione del POV-pushing, già sollevata nelle discussioni precedenti da Euphydryas, Lucas, Bramfab, Phyrexian e altri.
Credo che sia opportuno dare una risposta articolata seguendo come traccia le indicazioni, che mi sembrano ragionevoli, della policy della Wikipedia inglese WP:SOAPBOX.
Per quanto riguarda il testo dell'enciclopedia, il namespace principale, l'advocacy è in linea di principio esclusa. Al di là delle motivazioni degli utenti, spesso inattingibili e in linea di principio irrilevanti, l'enciclopedia deve essere conforme al punto di vista neutrale, che non è il punto di vista femminista o tradizionalista, né è una via di mezzo tra i due; il punto di vista neutrale non è il punto di vista comunista o capitalista, liberale o conservatore, ateo, cristiano o musulmano, non è rivolto alla promozione della cultura umanistica, della regione Abruzzo o degli scopritori di asteroidi. Il punto di vista neutrale è solo l'esigenza che l'enciclopedia rifletta i punti di vista documentati dalle fonti, in proporzione alla rilevanza loro attribuita dalle fonti.
Ma per raggiungere una buona approssimazione alla neutralità così intesa nel namespace principale è necessario che i punti di vista significativi ("POV", da point of view) possano essere documentati ed esposti nelle pagine di discussione, senza che ciò le trasformi in "palchi per comizi", senza cioè usarle come veicolo di una propaganda estranea alla scrittura dell'enciclopedia. Perciò nelle pagine di discussione, compresi i wikiprogetti, difendere un POV è accettabile, spesso inevitabile e persino desiderabile, nella misura in cui sia collegato al miglioramento dell'enciclopedia e non sia "dannoso" (disruptive).
Il che solleva il delicato problema di stabilire quand'è che l'inclusione di un POV nella vita della comunità editoriale migliora l'enciclopedia e non è dannosa. In generale si può dire solo che, data la fisionomia attuale della comunità wikipediana italiana e inglese, un POV razzista, fascista, sciovinista, misogino, omofobo o transfobico è inevitabilmente dannoso: offende gli utenti come un attacco personale, scatena flames, paralizza l'enciclopedia in un conflitto perenne, perciò chi lo difende viene rapidamente allontanato. Ma non c'è una ricetta semplice, applicabile in tutte le occasioni. In un universo parallelo, se l'Abruzzo sviluppasse un movimento indipendentista eversivo e violento, il POV di utenti e wikiprogetti interessati a promuovere l'Abruzzo potrebbe a un certo punto risultare intollerabile; idem se il wikiprogetto:Abruzzo si riempisse di POV-pusher interessati alla promozione dell'Abruzzo costi quel che costi, che usano l'enciclopedia solo come uno strumento allo scopo, violandone o aggirandone le regole.
È questo il caso di Camelia e di WikiDonne? L'UP deve prendere una posizione chiara sulla questione, perché sino a quando un POV non è dannoso la sua inclusione nella comunità editoriale è preziosa: più POV ci sono meglio è. Gli utenti portatori di POV ("utenti appassionati") scrivono voci, partecipano alle discussioni e condividono fonti e argomenti, contribuendo a una enciclopedia più ricca, neutrale e verificabile. Se non sono "POV-pusher", se cioè non violano le regole dell'enciclopedia o non ne abusano, gli utenti appassionati – femministe o tradizionalisti, comunisti, liberali o conservatori, atei o religiosi, amanti dell'Abruzzo o degli asteroidi – sono il sale delle discussioni wikipediane e il motore dell'enciclopedia.
Perciò sulla Wikipedia inglese nessuno si stupisce del fatto che la maggioranza degli utenti del wikiprogetto Conservatism siano conservatori interessati a raccontare e a far circolare il pensiero conservatore: sarebbe strano se non fosse così. Ma la stessa Wikipedia italiana affronta senza troppe difficoltà il fatto che gli utenti del progetto:Sport/Tennis e quelli del progetto:Astronomia possono sembrare interessati alla moltiplicazione delle voci su oscuri tennisti e scopritori di asteroidi. Ricordiamo di nuovo le parole di Beatrice nella discussione sul tweet di Camelia:
Avere un POV non è un insulto, è una costatazione [...]. La neutralità delle voci di wikipedia è data dalla coralità dei contributi. Per questo è così importante il lavoro collaborativo, la fiducia negli altri, le capacità di fare squadra.
Ripeto, Camelia non viola né aggira le regole del progetto, il suo comportamento è corretto e collaborativo, come editor è competente e accurata; la questione al centro dell'UP è solo se il POV suo e del progetto WikiDonne sia o meno dannoso per l'enciclopedia. Ciò è espresso da Xinstalker in una serie di commenti (tra cui questo) che insegnano l'ABC sul punto di vista neutrale wikipediano:
rispetto all’utenza Camelia.boban osservo che POV non significa altro che "punto di vista" e, ricordo, tutti noi possediamo un "punto di vista"... Che il progetto WikiDonne che ha in Camelia una delle più attive promotrici abbia il suo legittimo e costitutivo POV rispetto alle discriminazioni di genere anche nella diffusione della cultura, penso che questo sia più o meno evidente e in qualche modo condivisibile. Che nel porre rimedio a questo fenomeno tale progetto, o Camelia.boban, possa sfociare, a volte, in un POV che valica l'enciclopedicità e la terzietà delle voci, questo inerisce al lavoro di intervento sulle voci a cui chiunque di noi è chiamato a contribuire per limitare e correggere tali POV [...]. Se si ritiene che l'attività di Camelia.boban possa danneggiare il progetto, ovvero le sue voci, per uno spiccato e insistente POV, quindi un POV privo di fonti, si proceda con la solita gradualità nei blocchi e 3-4 mesi non mi sembrano per niente graduali.
L'ultima parte del commento di Xinstalker è diretta a limitare le conseguenze dannose dell'UP in corso sull'utenza di Camelia, ma solleva un problema generale. Se qui non si tratta del comportamento di Camelia ma della compatibilità con il progetto del POV suo e di WikiDonne, l'UP potrebbe non essere la sede ideale per questioni squisitamente editoriali di questo genere. Lo strumento giusto – meno distruttivo di utenze, più inclusivo nella discussione – sarebbe quello della richiesta di pareri, che peraltro sulla Wikipedia italiana è poco usato e funziona solo come "UP in tono minore" o UP soft. Ciò di cui la comunità dovrebbe discutere è se WikiDonne possa continuare a creare biografie femminili, organizzare iniziative per coinvolgere le donne nella scrittura dell'enciclopedia ed esprimere una prospettiva femminista nelle discussioni comunitarie, o non debba invece sciogliersi.
È sempre Xinstalker ad esprimere i termini dell'alternativa in una serie di commenti, tra cui questo:
Aggiungo anche un invito alla coerenza e al coraggio: se si ritiene che il famoso gap di genere non esista nelle voci di Wikipedia e che non ci sia alcun bisogno di incrementare quelle sulle donne, anzi che questo discorso di per sé mina gravemente la neutralità del progetto, si discuta la chiusura del progetto in questione.
Non si tratta di una questione solo procedurale ma di sostanza. Perché bloccare Camelia? Se la comunità editoriale non sopporta un POV femminista al suo interno, è opportuno che prima ancora di bloccarla si faccia chiarezza in proposito e si sciolga WikiDonne.
7.4. Ripepette: "quando sei così anti-sessista che fai il giro completo"
Ma perché la Wikipedia italiana non riesce a sopportare il POV femminista espresso da Camelia e da WikiDonne? Per avvicinarci alla risposta guardiamo al commento di Ripepette, che a mio parere è tra i più interessanti di tutta l'UP. Sebbene in una prospettiva diversa da Xinstalker, perché ostile a Camelia, anche Ripepette è consapevole del fatto che la disputa al centro dell'UP ha natura editoriale. Perciò spiega che, a differenza di quanto sostenuto da Gianfranco, il problema di Camelia non può essere risolto con un semplice bando dalle PdC:
dare il consiglio di astenersi dalle pdc è perfettamente lecito, ma è utile solo in casi di utenti che frequentano assiduamente le pdc e risultano problematici nel loro modo di frequentarle. Questo non è il caso di Camelia, visto che il problema che tanti di noi rilevano riguarda l'approccio al progetto nel suo insieme, e i vari errori in pdc sono solo una banale conseguenza di ciò. Colpire gli effetti e non le cause vuol dire sparare a vuotoEffettivamente Camelia aveva partecipato sì e no a una ventina di PdC, suscitando conflitti in tre occasioni; il problema non è il comportamento nelle PdC, ma "l'approccio al progetto nel suo insieme".
E io non parlo nemmeno di POV femminista, ma proprio di un approccio e di una visione del progetto sbagliata [...]. Ho letto cose come "tematiche femminili" o "necessità di avere categorie di donne per occupazione" (quando sei così anti-sessista che fai il giro completo e ti ritrovi a discriminare in base al genere...). Ho letto che è rilevante specificare se un utente è maschio o femmina. Ho letto che ci sono "biografie femminili" [...].
Più avanti affronterò alcuni dei temi menzionati da Ripepette; in particolare, vedremo che la necessità di avere categorie di donne per occupazione è una battaglia editoriale di WikiDonne non solo legittima ma doverosa, che sulle altre wikipedia non ha incontrato opposizione o comunque ha avuto successo. Solo sulla Wikipedia italiana il rifiuto di creare questo genere di categorie è prevalso e ciò paradossalmente è avvenuto per ragioni (pseudo)femministe, come testimonia il commento di Ripepette. La natura editoriale del conflitto è chiara: c'è una specificità italiana nella gestione delle differenze di genere, o meglio nella loro negazione e invisibilizzazione, che si esprime nell'incomprensione di un punto di vista femminista nella vita dell'enciclopedia e infine nella sua espulsione.
Oltre a questo, pesa contro Camelia e WikiDonne il tradizionale cancellazionismo degli admin italiani – il loro tentativo di accrescere l'autorevolezza di Wikipedia, di elevarne il tono, esercitando un stretto controllo sugli argomenti meritevoli di essere inclusi. Prosegue infatti Ripepette:
A ciò aggiungiamo una visione di Wikipedia tendenzialmente giornalistica/sensazionalistica, quasi da supplemento settimanale [...]. E il fatto che Wikipedia sia un'enciclopedia e come tale debba essere scritta è un concetto che le è stato più volte spiegato, ma sembra non venire recepito. C'è quindi un problema di ascolto, che va ben oltre le pdc.Ora, chiariamoci, il contributo di Camelia non è mica da buttare. Se guardo qui ci sono buone voci (poi tipo 1/3 le trovo molto borderline per quanto riguarda l'enciclopedicità, ma vabbe'), e se lei smettesse di contribuire ci sarebbe una perdita. Tuttavia, chi ha vissuto certi periodi storici wikipediani come me, sa benissimo che il concetto di "sì, ci sono aspetti problematici nella sua contribuzione, ma...scrive buone voci, non vogliamo perdere il suo contributo" porta solo danni. Se c'è un comportamento problematico, o cessa, o si blocca. Non ci sono altre strade.La decisione non è poi nemmeno nostra, ma di Camelia [...].
Che cosa trova Ripepette quando linka le voci scritte da Camelia prima dell'UP del 5 gennaio 2018? Trova – per limitarci ad una selezione delle voci create nel mese precedente – ventuno voci, tra le quali Fiori di campo, Oreste Murani (fisico italiano), Marcel Renault (pilota e imprenditore francese), Anne Brasseur (politica lussemburghese), Women to drive (movimento delle donne saudite per il diritto a guidare), Loujain Alhathloul, Sakena Yacoobi, Muzoon Almellehan e Jayanthi Kuru-Utumpala (attiviste e femministe rispettivamente saudita, afghana, siriana e cingalese), Tiwa Savage (cantante nigeriana), María Teresa Ruiz e Esmeralda Mallada (un'astronoma cilena e una uruguaiana), Celeste Caeiro (operaia portoghese al centro di questa famosa foto dell'inizio della rivoluzione dei garofani). E certamente Ripepette trova anche voci della cui enciclopedicità può dubitare, come Luise Renner ("first lady" austriaca; voce mantenuta dalla comunità dopo votazione in PdC). Sono convinto che, trascinato dalla polemica, Ripepette esageri quando afferma che delle voci create da Camelia "1/3 le trovo molto borderline"; per quanto esigenti possano essere i suoi criteri di enciclopedicità, non più di due o tre di quelle ventuno voci possono essere considerate di enciclopedicità dubbia.
Ma in questa UP sulla compatibilità del POV di Camelia con il progetto, Ripepette è l'unico che si prenda la briga di analizzare la sua contribuzione; bontà sua, ammette che il contributo non è "mica da buttare". Tutta la discussione comunitaria è erroneamente impostata come UP, come discussione sul comportamento di Camelia, e si svolge su temi sostanzialmente irrilevanti, come il tweet, il post su facebook, le inesistenti campagne nelle PdC; molti si lamentano del suo POV-pushing, ma nessuno condivide diff che lo documentino e dimostrino che è dannoso. L'analisi spassionata dei contributi di Camelia avrebbe rivelato che si tratta di un'utente preziosa.
7.5. Gianfranco: "Yes we ban"
A causa della sua influenza personale, è opportuno dire qualcosa sul commento di Gianfranco: 1792 parole di un utente evidentemente convinto di parlare nel salotto di casa sua, che occupa la pagina dell'UP senza alcuna preoccupazione per il tempo che gli altri dovranno trascorrere a leggere le sue ruminazioni. Il commento dal titolo spiritoso "Yes we ban" (parodia dello slogan della campagna presidenziale di Obama del 2008, "Yes we can") è debordante e ondivago: non è chiaro quale sia il suo punto, se abbia un punto, e se il punto rimanga sempre lo stesso o cambi nel corso dello strabiliante tour de force.
Gianfranco riconosce che l'origine dell'UP, la presunta campagna, è "una corbelleria" ma sostiene che la problematicità risulta dalla "somma dei fatti susseguitisi (anche fuori, se fatti con spendita di nomi collettivi che ci riguardano)". Il riferimento è a un episodio evocato da Euphydryas, che si era lamentata del fatto che Camelia si fosse presentata "ad un evento di rivendicazione e di lotta" come "esponente di Wikimedia Italia, coordinatrice per l'Educazione della Regione Lazio", cosa che peraltro all'epoca in effetti era. Il commento di Euphydryas è bizzarro: l'opportunità di quella partecipazione riguarda solo Wikimedia Italia, certo non compete a una UP di Wikipedia pronunciarsi sulle attività politico-sociali degli utenti. Perciò, parlando di "nomi collettivi che ci riguardano", Gianfranco fa un'insinuazione malevola e falsa – "ci" riguardano come wikipediani o come soci di Wikimedia Italia? – che passa inosservata perché sulla Wikipedia italiana nessuno chiede mai di corroborare le accuse con prove (diff).
Quindi Gianfranco passa a rimproverare Camelia per aver chiesto agli admin di consentire la creazione di una voce su Spelacchio, l'albero natalizio del comune di Roma di cui in quei giorni parlava la stampa di tutto il mondo, ma che all'admin cancellazionista provoca conati: "la calma vacilla, l'autocontrollo si fa tremulo, le parole che sfuggono dalla bocca, fra le labbra contratte, si fanno meno celestiali del solito". Ovviamente, al di là di quello che si pensi sull'opportunità di una voce su Spelacchio, la richiesta di Camelia agli amministratori era legittima: non era una violazione del codice di condotta. Tuttavia, per Gianfranco la richiesta è indice del fatto che Camelia si è "data per obiettivo quello di irritare la Comunità a intervalli regolari".
Gianfranco afferma che "La "faccenda" del gender-gap [...] non è affatto una questione di pov femminista", ma canna clamorosamente le dimensioni del fenomeno affermando che "da noi le donne sono si e no un terzo" (sono tra il 10% e il 20%). Gianfranco suffraga la sua affermazione con una foto dei partecipanti all'ItWikiCon 2017, e sostiene che il gender gap è stato "elevato a bandiera impropria di una campagna femminista che non ha assolutamente niente a che fare con il problema che interessa Wikipedia". L'obiettivo della sua riduzione è buono, ma è messo in pericolo da Camelia, che "in un modo e ora in un altro comunque sempre "la butta in caciara"".
Quindi, in grassetto, rivolge a Camelia l'ingiunzione "ti invito ad astenerti rigorosamente dal partecipare alle PdC". Si tratta di un'assurdità per le ragioni che spiegherà Ripepette – non c'è nulla di inappropriato nel contegno di Camelia nelle PdC – ma è comunque un salvagente; il "suggerimento sinceramente umile di dedicarti all'ampliamento di voci già esistenti" non è affatto umile, ma è comunque un tentativo da parte di Gianfranco di tirare Camelia fuori d'impaccio. Ma è possibile che Camelia accetti un aiuto del genere, che la diminuisce e umilia, accompagnato da ogni tipo di accuse, insinuazioni e offese ("leggera superficialità", "fare i propri comodi qui dentro", "indifferenza alle regole di Camelia", "superba autoconsiderazione", ecc.)?
La chiusura del commento-trattato è molto buffa, sebbene non sia altro che l'ennesima riproposizione
dell'italico "me ne frego" – me ne frego delle convenzioni borghesi e della logica:
Sono stato lungo e probabilmente anche scortese; me ne dispiace davvero, ma più ancora non me ne frega nulla perché quelle son forme.
L'intervento viene accolto con entusiasmo da Klaudio ("Non posso fare altro [che] quotare g parola per parola"), Sakretsu ("intervento magistrale") e persino Xinstalker ("vorrei ringraziare Gianfranco per averci restituito una fotografia molto precisa della situazione"). In una wikipedia normale gli utenti esperti avrebbero invece cercato di contenere questo genere di intemperanze, ad esempio con un messaggio sulla pagina utente di Gianfranco; non così sulla Wikipedia italiana, dove ci sono alcuni utenti – gli stessi che possono bloccarti per "abuso di pagina di servizio" – che si permettono qualsiasi cosa. L'esempio che viene dato è che si deve seguire la loro leadership patriarcale e gerontocratica se si vuole un giorno diventare come loro. La libertà assoluta di alcuni si traduce inevitabilmente nella mancanza di libertà degli altri.
7.6. Camelia: "La mia risposta"
Camelia partecipa alla sua UP solo con tre commenti. I primi due del 6 gennaio sono incentrati sulla questione della presunta campagna elettorale; replicando a un primo commento di Ripepette, esprime stupore per l'accusa di giocare con le regole, danneggiare il progetto ed essere incompatibile con esso ("mi sembra [...] davvero esagerato"). Dopo tre giorni e 50 kB di linciaggio, Camelia pubblica un commento intitolato "La mia risposta", in cui comunica la decisione di interrompere la collaborazione con la Wikipedia Italiana e di trasferire WikiDonne su Meta:
La mia decisione è quella di lasciare itwiki, tornarci solo in casi eccezionali, quando proprio non si può fare a meno del mio aiuto. Perché non si può essere wikipediani a metà e qualsiasi cosa tu faccia, si troverà sempre qualcuno che farà discorsi da paese o che dirà che hai usato un tono sgradevole quando hai detto che fuori c'è il sole. WikiDonne anche, si trasferisce su Meta e sugli altri progetti Wikimedia che lo accoglieranno con interesse. Un caro saluto a tutti
Mi sembra una decisione a un tempo realistica e velleitaria. Realistica perché prende atto della situazione di oggettiva impossibilità per la comunità editoriale italiana di ospitare un wikiprogetto come WikiDonne e perciò raccoglie quell'invito di Xinstalker "alla coerenza e al coraggio" ("si discuta la chiusura del progetto in questione"). Velleitaria perché WikiDonne come wikiprogetto può esistere solo sulla Wikipedia italiana: i suoi obiettivi e le sue attività sono indirizzati a quel progetto, senza il quale WikiDonne resterebbe priva di un ambito di intervento proprio.
La decisione solleva una serie di questioni – che cosa significa che un wikiprogetto si trasferisce su Meta, che genere di attività potrà mai svolgere su quella piattaforma di coordinamento dei progetti WMF, che autorità ha Camelia per decretarne lo scioglimento sulla Wikipedia italiana? –, provoca le critiche di admin che non erano ancora intervenuti nella UP come Sakretsu ("noto incompatibilità assoluta"), Dimitrij Kasev e Ombra ("letteralmente basito dalla risposta di Camelia, cui è stato concesso e perdonato veramente di tutto negli anni") ed è seguita dal blocco di Camelia per tre mesi applicato da Castagna.
Questo esito insensato dell'UP costringe Camelia a restituire il grant che le era stato assegnato dalla WMF per la WikiDonne roadmap: 1.371,29 € erano già stati spesi per nove eventi, residuavano 11.680,76 € che vengono restituiti alla WMF il 19 marzo 2018: un ulteriore danno per la Wikipedia italiana e un piccolo successo personale per i suoi admin problematici, che non erano riusciti a impedire il finanziamento con l'incursione in Meta del novembre 2017.
(Prosegue nella nona parte)
Quando convinco una ragazza a contribuire per Wikipedia, mi dicono che sono un ottimo utente. Quando chiedo perché la presenza femminile è bassa su Wikipedia, mi dicono che sono un troll.
RispondiEliminaIl blocco non l'ha dato Horcrux ma Castagna
RispondiEliminaGiusto, Horcrux ha solo chiuso la segnalazione. Correggo il testo, grazie.
RispondiElimina